Il Volto
tecnica mista, cm 30×60, 2000
Cattedrale di San Giusto SUSA
Interno della Cattedrale.
Sull’altare il dipinto Venerdì Santo
Venerdì Santo
olio su tavola, cm 120×200, 1988
La tela, opera della nostra concittadina Anna Branciari, costituisce indubbiamente un’espressione artistica di particolare misticismo e suggestione. Sulla croce il Cristo campeggia in un gioco variegato di composizioni triangolari, intonate su tinte particolarmente fredde (una caratteristica questa su cui è imperniata tutta la composizione); la luce che parte dal volto sofferente del Cristo si smorza gradatamente fino ad esaurirsi nel buio che avvolge le tre Marie inginocchiate ai piedi della croce. Tre figure stilizzate, costruite su tinte opache, scure, quasi a testimoniare l’angoscia che le serra: tre figure che nella loro voluta rigidità, a contrasto con un’atmosfera ondulata, testimoniano efficacemente lo sbigottimento del mondo dinanzi alla tragedia. Forse proprio per tradurre questa angosciosa simbologia l’Artista ha deliberatamente nascosto il volto di queste donne: l’unico Protagonista qui è il Cristo, l’unico volto da fissare è il suo. Un’opera moderna, sia come ideazione che come tecnica di esecuzione, ma un’opera che, pur nella sua impronta particolare di pittura di oggi, ci riporta allo scabro misticismo di certi affreschi medievali, dove la semplicità era invito alla meditazione e alla preghiera. E quest’opera concilia veramente la preghiera ed è in grado di tradurre efficacemente e stamparci nel cuore il grande dramma che ci ricorda. Opera d’arte e di fede.
Guido Ferrero
Incontro con Papa Giovanni Paolo II
Susa, incontro con Papa Giovanni Paolo II
Tutti i credenti sono chiamati a rendere testimonianza;
ma tocca a voi, uomini e donne che avete dedicato all’arte la vostra vista, dire con la ricchezza della vostra genialità che in Cristo il mondo è redento; è redento l’uomo; è redenta l’intera creazione.
Papa Giovanni Paolo II
Lettera agli Artisti
Incontro con Papa Giovanni Paolo II
Croce cm 47×58, 1991
Crocifissione realizzata da Anna Branciari, dono della Parrocchia di Susa al Santo Padre Giovanni Paolo II il 14 luglio 1991.
Centenario della Statua della Madonna del Rocciamelone
Bassorilievo in bronzo ideato e realizzato su progetto di Anna Branciari, raffigurante il Beato Edoardo Rosaz.
È collocato nella nicchia della Croce di Ferro, in occasione del centenario della posa sulla vetta del Monte Rocciamelone della statua della Madonna (1899-1999).
Incisione di Anna Branciari,
commissionata dalla Diocesi di Susa all’artista segusina, in occasione del centenario della posa della statua della Madonna sul Monte Rocciamelone.
La composizione vede in basso i bimbi, con la cui sottoscrizione nel 1899 venne realizzata l’opera in bronzo raffigurante la Vergine Maria. Sullo sfondo spiccano la Cattedrale,Porta Savoia e il Trittico di Rotario. I tratti in bianco e nero sono sfumati con alcune fasce luminose che rappresentano il Rocciamelone.
Santuario Madonna del Rocciamelone MOMPANTERO
Via Crucis
Mompantero, Santuario Diocesano Madonna del Rocciamelone, che ospita le tele della Via Crucis, realizzate a quattro mani da Anna Branciari e Antonio Carena.
Un momento della presentazione della Via Crucis nel 2007. Presenti l’Artista, il Vescovo Alfonso Badini Confalonieri, Gemma Amprino, Terry Ponzetto e Marcellina Gilli.
Anna Branciari con Antonio Carena
Strapparci all’abituale, percepire una dimensione aurorale, allusiva e simbolica, e provocarci facendo memoria di un eterno inizio, è ciò che accade al cospetto dell’inedita Via Crucis dipinta a quattro mani da Anna Branciari e Antonio Carena, dunque anch’essa ricalca la traccia di una forma duale di esperienza, nella componente ideativa e in quella fattuale, realizzativa, ma non solo.
I due artisti hanno offerto una visione della Via Crucis contestualizzata agli inizi del ventunesimo secolo, impaginando su piani diversi, le quintessenze del loro operare artistico. Antonio Carena dipingendo cieli che illuminano di una luce mistica le azioni essenziali compiute in ogni tela. Azioni che provengono da presenze figurali senza volto sbozzate nel colore da Anna Branciari, che non distraggono nella loro identificazione didascalica, ma rilanciano al senso del loro agire, carico di pathos, a volte intensificato dai toni luministici dei cieli e a volte dai colori a scacchiera del lembo di terra su cui poggiano i piedi. Non sono lembi di terra multicolore, nè pavimenti, ma piattaforme metaforiche della dimensione dell’accoglienza umana. Non sorreggono. Condividono il messaggio di Dio.
Le quattordici stazioni oranti di Anna Branciari e Antonio Carena richiedono un impegno non comune nel guardare, comprendendo nel senso etimologico di cum «con» e prehendere «prendere», vale a dire accogliendo insieme, nell’interpretazione e nella visione, i piani dell’accadimento. Terra e cielo vivono all’unisono e completano, come un’endiade, ognuna delle scene sacre. E in questa luce, la Via Crucis, pur nella sua sacralità devozionale e nell’identità cristiana della sua trama, può diventare una parabola che parla a tutti, evocando la prevaricazione del potere e l’ingiustizia, l’odio e l’amore, la vita e la morte, il dolore e la speranza.
Ivana Mulatero
Gesù condannato a morte
I Stazione
Gesù è aiutato dal Cireneo
V Stazione
La prima caduta di Gesù sotto il peso della croce
III Stazione
La morte di Gesù in croce
XII Stazione
L’incontro di Gesù con sua madre
IV Stazione
Deposizione nel Santo Sepolcro
XIV Stazione
Chiesa del Ponte SUSA
Susa,Chiesa della Madonna della Pace,
detta anche Chiesa del Ponte
Il dipinto degli artisti Anna Branciari e Antonio Carena, riproduce il Trittico del Rocciamelone realizzato nel 1358 per volontà di Bonifacio Rotario. L’antica e preziosa opera, che rappresenta la Madonna con Gesù affiancata dai santi Giorgio e Giovanni evangelista, secondo la tradizione fu collocata per voto in una cappella scavata nella roccia, in cima al Monte Rocciamelone. Rimossa dalle sede originaria nel 1673 e depositata presso la Cattedrale di Susa, è oggi ospitata in una sala del Museo Diocesano di Susa.
Interpretazione del Trittico di Bonifacio Rotario
tecnica mista Branciari-Carena, cm 90×120, 2008
Altare della Chiesa della Madonna del Ponte
Madonna del Ponte
tuttotondo in terra cotta, cm 50
Nell’antica nicchia, posta sopra l’altare della Chiesa, è custodita una moderna statua in creta raffigurante la Vergine Maria, realizzata e donata da Anna Branciari, che si è liberamente ispirata all’antichissima e venerata immagine mariana. “L’opera della creatività dell’uomo non si ripete mai nella stessa identica maniera”. Questa affermazione, sintetica e profonda, trova un’ulteriore autenticazione in questa opera plasmata dall’artista segusina. Essa ricorda la preziosa scultura lignea del XII secolo, ma trasmette all’osservatore attento il modo di interpretare l’uomo e la storia, il reale insomma, di una donna artista di questo inizio XXI secolo.
Gianluca Popolla
Chiesa di Sant’Evasio SUSA
La severa struttura settecentesca della chiesa di S. Evasio, in Susa, ha sussultato di meraviglia in questi giorni di maggio del 1999 di fronte alla scintillante comparsa di un originale crocifisso improntato ai canoni di una affascinante tecnica moderna, che l’arte raffinata della prof. Anna Branciari ha voluto dedicare a questa comunità parrocchiale. Un crocifisso sconvolgente nella sua scabra essenzialità, declinata nella sua struttura su due colori fondamentali, il nero e il rosso: i colori della Passione. Il Cristo agonizzante risulta da un’alternanza di triangoli neri e bianchi (questo gioco di triangoli bicolori, intesi a creare movimenti, restano pur sempre una caratteristica del linguaggio grafico della Branciari). E come non possono non risultare efficaci quelle antitesi di nero e bianco che idealizzano un cuore spezzato proprio da quel triangolino nero che ci fa pensare alla crudeltà del centurione romano che quel cuore trafisse!
Forse questa composta e stilizzata “crocifissione” potrà fare arricciare il naso a qualche tradizionalista che rimpiange gli sconvolgenti crocifissi di un’età ormai sepolta, dove lo sfoggio dei colori e la complessità anatomica del giustiziato, poteva anche ridurre una crocifissione ad un angoscioso spettacolo o ad un sapiente trattato di anatomia, ma raramente a suscitare vere emozioni artistiche. Qui la crocifissione è presentata in quella che fu l’angosciante realtà: una scena di muto dolore, ove non ci può essere posto per le elucubrazioni fantastiche o per le cascate di colori, e tanto meno, per gli esibizionismi creativi. Una scena dove regna soltanto il nero delle tenebre che hanno avvolto cielo e terra quando il Cristo “emise lo spirito”; dove regna soltanto il rosso del sangue che il Cristo ha versato per l’umanità. Una realtà, questa, che l’arte della Branciari ci presenta, non destinata a sollecitarci con l’elaborazione delle più raffinate tecniche artistiche, ma a farci pensare. E, magari, anche ad aiutarci a pregare. Ed anche a questo può condurre l’Arte.
Guido Ferrero